SMART COMMUNITY in UMBRIA
UN PROCESSO ORIENTATO ALLA RIGENERAZIONE SOCIO ECONOMICA A PARTIRE DAL RECUPERO DALLE RISORSE SOTTOUTILIZZATE, ATTRAVERSO UN SISTEMA INTEGRATO DI SERVIZI PER L’INTERAZIONE INTELLIGENTE TRA LA COMUNITÀ E IL TERRITORIO.

DOMANDE & RISPOSTE PER SPIEGARE IL PROGETTO
COME NASCE L’INIZIATIVA?
Nel 2015, il progetto integrato per una Smart community in Umbria è proposto alla FONDAZIONE VILLA FABRI da una rete di professionisti riuniti in un Tavolo di lavoro multidisciplinare. La rete condivide con la Fondazione i medesimi obiettivi di tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, di sviluppo delle componenti paesaggistiche, di promozione dell’arte, delle risorse culturali ed enogastronomiche regionali. I Comuni di Trevi, che ospita la sede della Fondazione, Spello e Bevagna hanno aderito per primi all’idea di fare squadra e attivarsi in direzione della Smart community.
DI COSA SI TRATTA?
L’idea è quella di promuovere per fasi, a partire da una prima sperimentazione sul campo (progetto pilota) la realizzazione di un sistema integrato di servizi per i cittadini, orientati alla riqualificazione e alla valorizzazione delle risorse naturali e umane presenti diffusamente sul territorio. La comunità promuove, dunque, una rete organizzata di spazi e luoghi “intelligenti” (smart), su cui innestare innovazioni “al passo con i tempi” e occasioni di incontro, socialità, scambio economico utili alla ripresa di solide prospettive di crescita regionali.
IN COSA CONSISTE IL PROGETTO PILOTA?
Il progetto pilota serve a definire le modalità di coinvolgimento e le azioni da compiere più coerenti con il contesto e gli obiettivi prefigurati. Valutare i risultati del progetto pilota sarà importante per mettere a punto i tanti aspetti di questo progetto complesso. Si propone inizialmente di individuare aree pubbliche e/o private in condizioni di sottoutilizzo o in abbandono, in cui sia possibile avviare un’operazione di riqualificazione ambientale e funzionale, puntando sulla vicinanza con risorse naturalistiche e storico-culturali e tenendo conto della presenza di produzioni agricole da sostenere e valorizzare.
L’intervento prevede di organizzazione queste aree in “nodi” polifunzionali attrezzati da collegare tra loro fisicamente, tramite la rete della mobilità ecologica regionale e, virtualmente, mediante le numerose tecnologie ICT già disponibili. Questi luoghi saranno a servizio delle comunità locali con l’obiettivo di una rigenerazione socio-economica, della promozione e facilitazione turistica del territorio. Raccogliendo le sollecitazioni più mature, il primo studio sarà concentrato sul territorio dei comuni di Trevi, Spello e Bevagna.
QUALI SERVIZI È POSSIBILE REALIZZARE IN QUESTI “NODI”?
I ”nodi” saranno essenzialmente spazi verdi con piccole strutture di servizio ai cittadini (ad es. distributori di acqua, produzione di energia e ricarica veicoli elettrici, affitto di biciclette, wi-fi con banda larga, ecc.), dove sia possibile organizzare anche la vendita di prodotti locali, attività ludiche e di interesse sociale, come orti e giardini, che assicurino una presenza costante di utenti. Le aree di prossimità ai centri storici, ad esempio, possono migliorare l’accessibilità e la fruizione degli stessi centri se vengono attrezzati con apparati informativi, servizi di trasporto a chiamata, soste attrezzate per il turismo itinerante, transit point per la consegna di alcune merci, con particolare riguardo alle produzioni agricole. Il contenuto e il tipo di servizi erogati sarà pianificato in base alle peculiarità dei contesti locali ma sarà comunque fortemente orientato alla fornitura di servizi per le comunità locali, per le aziende che operano nel settore dello sviluppo rurale, nella tutela e conservazione della biodiversità, e volti contestualmente al miglioramento e al potenziamento della fruibilità turistica del territorio.
QUALI SONO I CANALI DI FINANZIAMENTO POSSIBILI?
Il progetto integrato consente di cogliere diverse opportunità offerte dalla nuova programmazione comunitaria e regionale. In più, questo tipo di iniziative, si rivelano spesso molto efficaci anche nel generare forme virtuose di partenariato pubblicoprivato.
QUALI SONO LE RICADUTE POSSIBILI SUL TERRITORIO?
Ricadute sociali di miglioramento della qualità della vita e delle relazioni.
Ricadute economiche: dirette, come la nascita di start-up innovative per favorire l’incontro tra le risorse e le produzioni locali e il turismo più o meno organizzato; indirette, come il potenziamento dei mercati dei produttori locali, il sostegno e lo sviluppo di filiere e produzioni tipiche, la specializzazione degli operatori turistici locali.
Ricadute Ambientali connesse allo sviluppo della mobilità a ridotto impatto; incentivo ai nuovi modelli di consumo critico; nuove imprese legate ai temi della green economy e dell’innovazione tecnologica; processi di riqualificazione urbana e valorizzazione ecologica degli spazi;
CHI STIAMO CERCANDO?
I cosiddetti “stakeholder” o portatori di interessi da coinvolgere sono gli operatori agricoli, le imprese di trasformazione, le associazioni, gli amministratori, altre imprese, in forma singola o associata che contribuiranno a definire i contenuti del progetto ma soprattutto le modalità per valorizzazione e gestione di spazi attrezzati comuni. Altri soggetti interessati all’iniziativa possono essere gli operatori del settore verde ludico o produttivo, i gestori di attività commerciali e gli artigiani, i piccoli investitori, gli imprenditori del turismo, gli operatori culturali, i gruppi impegnati in attività sociali e assistenziali, etc.
QUAL È IL METODO DI LAVORO?
La parola d’ordine è “cooperazione”; un processo che contribuisca al superamento degli svantaggi derivanti dalla rammentazione e che possa essere finalizzato alla promozione e all‘introduzione di innovazioni di processo e di prodotto. Tale approccio prevede inizialmente la costituzione di un Gruppo di lavoro che possa concretamente agire in quest’ottica per lo sviluppo dei contesti rurali, naturali e antropici. In tal senso il progetto prefigura azioni e interventi volti a colmare il divario tra comunità locali, operatori economici e innovazione e ricerca.